ITA-01 Finalmente un post in italiano!
(le nouveau post de violette "Dans la jungle avec Rambo" ci dessous)
Abbiamo cominciato il nostro viaggio di nozze e il nostro
soggiorno a Bali con tre giorni in un grande albergo lussuoso, piscina con bar
« pieds dans l’eau », spiaggia privata e buffet a volontà, perche é
un viaggio di nozze che diamine. Poi ci
siamo lanciati nel casino di Kuta « bali on the cheap » e tra orde di
australiani e svedesi tutti giovani, abbronzati, tonici, in canotta e short al
ginocchio, con la tavola da surf sotto un braccio e nell’altro la guida gialla
Lonely Planet « Southest Asia on a Shoestring ». Incrociando solo ogni tanto qualche coppia
sperduta che sfoglia la « Guide du Routard » (francesi non c’é
dubbio !) o
Appena lasciataci alle spalle Kuta-bali-on-the-cheap, mani sul manubrio, il contachilometri che segna 40km/h, la strada che fila via tranquilla, mi dicevo « vabbé vediamo che ci offre il resto dell’isola ma che ci puo essere di meglio da fare che passare la giornata su una spiaggia di sabbia bianca, bagnarsi nelle onde dell’Oceano e sorseggiare una Bintag (la birra balinese) al tramonto di fronte al mare?
Due ore dopo eravamo a Ubud, un posto dove i turisti in maggioranza vanno in giro armati della « Guide du Routard » o della « Lonely Planet : Bali e Lombok », e anche se ce ne stanno molti é la calma che regna. E quando ne vedi uno tonico, abbronzato e in canotta ti chiedi « ma questo che ci fa qui ? » In città ci sono solo templi, teatri per la danza, boutiques chic e parecchi café tutti che ti danno voglia di sederti a un tavolino e passarci un paio d’ore.
Per non parlare della guesthouse dove siamo finiti per puro caso, come spesso accade da queste parti ; appena arrivati a Ubud col motorino carico di bagagli ci siamo fermati sul bordo di una stradina secondaria per fare il punto della situazione quando un tipetto quarant’anni per quaranta chili per un metro e quaranta ci ha salutato « look room ? come come nice view » lo abbiamo seguito per una stradina stretta tra un muro e un canaletto e ci siamo ritrovati in mezzo ai campi, al secondo piano di un immobile di quattro camere con una vista sulle risaie a togliere il fiato.
E cosi appena cinquanta chilometri dopo le spiaggie bianche ci siamo ritrovati a sorseggiare una Bintag seduti sulla terrazza della nostra camera, soli, in pace, con gli ultimi sprazzi di rosso del tramonto che si riflettevano negli specchi d’acque delle risaie.
E al’improvviso ci siamo scoperti a avere voglia di questa calma, a apprezzare quest’ambiente che invita alla contemplazione, a finire la serata con un libro in mano, le pagine illuminate dalla luce calda dell’abatjour.
Quest’isola ha davvero molto da offrire. Nei nostri piani avevamo previsto di partire domani da Ubud ma qua scatta la notte supplementare.
a presto,
Damiano.
(qui sotto il nuovo post di Violette con tutte le foto)